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INDIETROIL TRABUCCO N°3AVANTI
IL TRABUCCO N°3
Quante volte mi sono seduto in riva al mare ad ammirare il sole sparire lentamente laggiù dove il cielo tocca il mare. Tutto sembra avvolto da una magica atmosfera, il mare diventa quasi immobile, alle mie spalle i rumori della quotidianità si sono attenuati, tutto è più ovattato, l’aria si fa più fresca, i colori da prima accesi, si fanno sempre più lividi, fino a spegnersi rapidamente nelle tonalità violacee annunciandoci l’imminente sopraggiungere della notte. Questo momento incantato, sublime, non dura molto, il sole sembra avere quasi fretta di andarsene via e tutto ciò mi fa pensare a quanto sia rapido il nostro cammino su questa terra e troppe volte ci accorgiamo solo quando guardiamo il sole sparire veloce laggiù, in fondo al mare. A tutti coloro che guarderanno il mio quadro. Questo posto non esiste, il cielo, sono tutti i cieli che ho ammirato davanti al mare o in cima ad una montagna. Ho camminato in riva a mille mari, e questo non è altro che il mio mare, quello che porto dentro me. La semplice struttura meccanica di quel trabucco è l’unica nota di realtà, dopo aver guardato per ore i pescatori, alzare ed abbassare la rete, la dove l’Arno incontra il mare.
Donghi Giuseppe